Eeuwige professie bij zusters Benedictinessen in Aalsmeer
Goede Vrijdag (Venerdì Santo - Omelia in Italiano)
Op zaterdag 3 mei om 15.30 uur zal zuster Maria di Gesù de eeuwige geloften uitspreken in de Benedictijnse gemeenschap “Maria, tempel van de heilige Geest” in Aalsmeer. De viering zal plaatsvinden in de Karmelkerk naast het klooster aan de Stommeerweg 13.
Later in dit jaar zullen daar nog tweemaal professies plaatsvinden, de volgende keer is op zondag 20 juli om 17.00 uur (tijdelijke professie). Ieder die deze bijzondere gebeurtenissen wil meemaken, is van harte welkom.
De plechtigheid van Goede Vrijdag mocht ik in de intieme kapel van deze zusters Benedictinessen in Aalsmeer vieren. Bij hen is één Nederlands-sprekende zuster, maar de andere zusters zijn wel aan op de taal aan het studeren, maar nog niet zover dat ze een preek kunnen volgen. De Mis hebben ze dan ook vaak in het Engels of Italiaans. Vandaar dat ook de onderstaande homilie in het Italiaans is (een beetje inspiratie is ontleend aan toen kard. J. Ratzinger).
Omelia
In questo giorno solenne contempliamo Gesù crocifisso e morto per noi.
Non è solo un evento triste ed un reietto, un condannato che stiamo contemplando, ma - come è chiamato nel Vangelo di Giovanni -: è l’ora di Gesù, è la Sua esaltazione, il compimento. Tutte queste parole ed altre simili ci ricordano l’essenza, il vero contenuto di questo castigo che soffre Gesù: il legno della Croce è lo strumento della nostra salvezza. È un legno dolce, è la nostra sola speranza: “Ave crux spes unica”. E perciò verremo ad adorare questa croce, genuflettendo o baciandolo.
Questo giorno è un giorno di amore infinito, perchè questa morte non è venuta per caso, non è una sorte inevitabile e improvvisa, ma è un dono: il Signore offriva se stesso alla morte per noi, è immolato per noi, ha dato la Sua vita liberamente. Questa morte in croce è la risposta di Dio al rifiuto del popolo. Il ‘contro’ degli altri ha il suo corrispondente nel “per” di Gesù. Quel “per molti” con cui Gesù ha spiegato il significato della sua morte nell’ultima cena, è il punto di partenza per capire la passione e la morte di Gesù. E quella morte per i molti, per le masse di ogni stirpe e generazione, è l’origine della Chiesa.
Si, questa morte è un sacrificio, questa morte da la vita, la vera vita. Chi sopporta questo crimine ci porta in questa maniera la vita, la felicità.
Così questo giorno è un giorno di ringraziamento per tutto quello che il Signore ha fatto per noi, e un giorno per tenere in mente sempre di più che Egli ci ama, così tanto ci ama da dare la Sua vita per noi.
Nella prima lettura dal libro del profeta Isaia abbiamo sentito parlare del “Servo di Dio”. L’immagine del Servo di Dio ripudiato e reietto che espia le colpe degli altri dopo essersele addossate, è un’immaggine di Cristo. Nell’antico testamento è pure un’immagine del fedele e del popolo di Dio: il vero fedele ed il vero popolo di Dio è così: vive ed agisce come Servo di Dio con speranza e pace anche nelle sofferenze e nei castighi. Allora, l’immaggine del Servo di Dio mette in parole anche la nostra vocazione e la vocazione di tutta la Chiesa. La Chiesa non deve tenersi in disparte quale gruppo privilegiato di coloro che sono stati salvati, ma deve invece sempre rendere attuale e realizzare questo “per” (gli altri) che è stato sempre fin dall’origine la sua missione. Dare la nostra vita! Colui che non può essere raggiunto dal messaggio di Gesù, può essere invece raggiunto dall’amore, dal nostro servizio di carità con il quale continuiamo il servizio di Gesù fino alla morte. Questo servizio di carità si rende con le opere apostoliche e sopratutto con la preghiera ed i nostri sacrifici piccoli o più grandi, perchè alla fine tutto è opera del Signore, Egli è il Signore della messe e da i frutti. Proprio quando preghiamo o facciamo un sacrificio, facciamo un atto di fede nel primato della grazia. Faciendo così, ogni atto di carità e anche il nostro dolore assume un significato profondo, quando lo viviamo con quella disposizione interiore del “per”, per gli altri. Si, oggi siamo chiamati a partecipare alle disposizioni interiori di Cristo ‘servitore’. Amen