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L’esclusione è un pericolo...

Prima domenica dell’Avvento

Overweging Preek - gepubliceerd: maandag, 30 november 2015 - 758 woorden
Paus Paulus VI, beeld in kathedraal van Brescia
Paus Paulus VI, beeld in kathedraal van Brescia

La sera della prima domenica dell’Avvento ho celebrato la S. Messa con i fedeli della Missione Cattolica Italiana a l’Aja. L’Omelia si trova qui sotto. Op de eerste zon­dag van de Advent heb ik de heilige Mis gevierd met de gelo­vi­gen van de Ita­li­aanse Katho­lie­ke Missie in Den Haag in de kerk aan het Bloklan­den­plein (On­be­vlekt Hart van Maria). Op ver­schil­lende plaatsen wordt een Ita­li­aans Mis gevierd, in het bisdom Haar­lem-Am­ster­dam vindt die zon­dags om 12.00 uur plaats in de O.L. Vrouwe­kerk aan de Keizers­gracht in Am­ster­dam. Zie:

Omelia

Eventi paurosi

Cari fra­telli e sorelle,

Abbiamo ascoltato il vangelo secondo Luca
con l’annunzio di Gesù ai suoi discepoli
di angoscie, di ansie, di paura
e orribili feno­meni naturali.
Un vangelo tremendo
e allo stesso tempo un vangelo molto attuale!
Perchè il tempo di oggi è pieno
di ansie e angoscie
di eventi paurosi,
molti dei quali sono legati
al terrorismo internazionale,
alle guerre che ne deri­vano
ed alle ondate di profughi,
in cerca di sicurezza, di un futuro.
Quali sono le radici di questi eventi?
Ci sarebbero molte cose da dire....,
ma alla fine questi eventi deri­vano pure
da una mancanza
di fra­tellanza e vicinanza tra gli uomini.

L'Esclusione

A Parigi e a Bruxelles
i terroristi abita­vano in certi quar­tieri della città,
i quar­tieri più poveri e abbandonati,
senza un tessuto sociale ‘normale’,
senza relazioni frequenti con altre persone,
un quar­tiere chiuso in se stesso, nel proprio gruppo.
Questo è pericoloso.
Al riguardo papa Francesco ha scritto
nell’Enciclica Laudato sì:
“E’ provato ... che l’estrema penuria
che si vive in alcuni ambienti
privi di armonia, ampiezza e possibilità d’in­te­grazione,
facilita il sor­gere di comporta­menti disumani
e la manipolazione delle persone
da parte di organizzazioni criminali” (n. 149).

Spesso le persone che non si conoscono
vengono giudicate ‘da fuori’;
questi giudizi normal­mente
sono i più duri;
ma per pronunziarsi
bisogna capire
e per capire le persone
bisogna conoscerle bene.

Ed è quello che capita anche nel mondo globale:
i poveri desi­derano di far parte del nostro mondo
e si sentono esclusi.
Quell’esclusione però è un pericolo,
crea un mondo diviso.
Il beato papa Paolo VI già ne ha parlato chiara­mente
nell’Enciclica Populorum Progressio:
“Si tratta - dice il papa -
di costruire un mondo,
in cui ogni uomo,
senza esclusioni di razza, di religione, di nazionalità,
possa vivere una vita piena­mente umana,
(...) un mondo dove la libertà non sia una parola vana
e dove il povero Lazzaro possa assi­dersi
alla stessa mensa del ricco” (Populorum Progressio, n. 47).

Il desi­derio di ogni uomo

Ogni uomo desi­dera essere accettato, amato, stimato,
non giudicato ‘da fuori’
ma capito da qualcuno che lo ama.
Gesù fa così,
il nostro Salvatore ci conosce e ci ama
nonostante tutto.
Nel vangelo di Giovanni (Gv. 10, 11 vv.)
Gesù dice: “Io sono il buon pastore,
conosco le mie pecore
e le mie pecore conoscono me,
come il Padre conosce me
e io conosco il Padre;
e offro la vita per le pecore”.
Da queste parole si vede
che Gesù ci conosce
non con una conoscenza da lontano
o con una cognizione intellettuale,
ma ci conosce profon­damente
e con il desi­derio
di darci tutto:
ci offre la Sua vita.

Segni

Certa­mente, gli eventi delle ultime settimane
sono ragioni per preoccuparsi.
Molte persone sentono l’ansia e l’angoscia
di cui parla il vangelo.
Ma il vangelo ci invita
a vedere tutto questo come segni,
segni dell’imminenza della venuta
del Figlio dell’uomo:
“Alzatevi e levate il capo,
perché la vostra liberazione
è vicina”.
Il che vuol dire
che gli eventi orribili
delle ultime settimane
devono diventare occasione
per un rinnova­mento e un approfondi­mento
della nostra fede, fiducia e relazione con Cristo.
In questa prima domenica di Avvento
in mezzo delle vicende difficili
che creano ansia ed angoscia,
siamo invitati noi
a vegliare e pregare
ed a levare il capo
per vedere sempre più chiaro
che il Signore è Re
dell’universo, della storia,
di tutto e di tutti,
che tutto è nelle Sue mani.
Si, questo è il grande invito
di questo tempo di Avvvento:
alziamo il capo con fiducia,
guardiamo oltre le travagliate vicende di questo mondo,
aspettiamo la venuta di Cristo.
E se vediamo Cristo,
venuto per tutti gli uomini,
offrendo la Sua vita per tutti,
ci sentiamo invitati
a collaborare anche noi
a quel progetto divino:
un mondo
nel quale siamo tutti fra­telli,
dove carità non è una parola vuota.

Amen.

Terug