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Eeuwige professie bij zusters Benedictinessen in Aalsmeer

Goede Vrijdag (Venerdì Santo - Omelia in Italiano)

Overweging Preek - gepubliceerd: vrijdag, 18 april 2014 - 766 woorden
het klooster in Aalsmeer
het klooster in Aalsmeer

Op zater­dag 3 mei om 15.30 uur zal zuster Maria di Gesù de eeuwige geloften uit­spre­ken in de Bene­dic­tijnse ge­meen­schap “Maria, tempel van de heilige Geest” in Aalsmeer. De vie­ring zal plaats­vin­den in de Karmel­kerk naast het klooster aan de Stommeerweg 13.

Later in dit jaar zullen daar nog tweemaal professies plaats­vin­den, de volgende keer is op zon­dag 20 juli om 17.00 uur (tij­de­lijke professie). Ieder die deze bij­zon­dere gebeur­te­nissen wil meemaken, is van harte welkom.

De plech­tig­heid van Goede Vrij­dag mocht ik in de intieme kapel van deze zusters Bene­dic­ti­nessen in Aalsmeer vieren. Bij hen is één Neder­lands-sprekende zuster, maar de andere zusters zijn wel aan op de taal aan het stu­de­ren, maar nog niet zover dat ze een preek kunnen volgen. De Mis hebben ze dan ook vaak in het Engels of Ita­li­aans. Vandaar dat ook de on­der­staan­de homilie in het Ita­li­aans is (een beetje in­spi­ra­tie is ontleend aan toen kard. J. Ratzin­ger).

Omelia

In questo giorno solenne contempliamo Gesù crocifisso e morto per noi.
Non è solo un evento triste ed un reietto, un condannato che stiamo contem­plando, ma - come è chiamato nel Vangelo di Giovanni -: è l’ora di Gesù, è la Sua esaltazione, il compi­mento. Tutte queste parole ed altre simili ci ricordano l’essenza, il vero contenuto di questo cas­tigo che soffre Gesù: il legno della Croce è lo stru­mento della nostra salvezza. È un legno dolce, è la nostra sola speranza: “Ave crux spes unica”. E perciò verremo ad adorare questa croce, genuflettendo o baciandolo.
Questo giorno è un giorno di amore infinito, perchè questa morte non è venuta per caso, non è una sorte inevitabile e improvvisa, ma è un dono: il Signore offriva se stesso alla morte per noi, è immolato per noi, ha dato la Sua vita libera­mente. Questa morte in croce è la ris­posta di Dio al rifiuto del popolo. Il ‘contro’ degli altri ha il suo corrispon­dente nel “per” di Gesù. Quel “per molti” con cui Gesù ha spiegato il significato della sua morte nell’ultima cena, è il punto di partenza per capire la passione e la morte di Gesù. E quella morte per i molti, per le masse di ogni stirpe e generazione, è l’ori­gi­ne della Chiesa.
Si, questa morte è un sacrificio, questa morte da la vita, la vera vita. Chi sopporta questo crimine ci porta in questa maniera la vita, la felicità.
Così questo giorno è un giorno di ringrazia­mento per tutto quello che il Signore ha fatto per noi, e un giorno per tenere in mente sempre di più che Egli ci ama, così tanto ci ama da dare la Sua vita per noi.
Nella prima lettura dal libro del profeta Isaia abbiamo sentito parlare del “Servo di Dio”. L’immagine del Servo di Dio ripudiato e reietto che espia le colpe degli altri dopo essersele addossate, è un’immaggine di Cristo. Nell’antico testa­mento è pure un’immagine del fedele e del popolo di Dio: il vero fedele ed il vero popolo di Dio è così: vive ed agisce come Servo di Dio con speranza e pace anche nelle sofferenze e nei cas­tighi. Allora, l’immaggine del Servo di Dio mette in parole anche la nostra vocazione e la vocazione di tutta la Chiesa. La Chiesa non deve tenersi in disparte quale gruppo privilegiato di coloro che sono stati salvati, ma deve invece sempre ren­dere attuale e realizzare questo “per” (gli altri) che è stato sempre fin dall’ori­gi­ne la sua missione. Dare la nostra vita! Colui che non può essere raggiunto dal messaggio di Gesù, può essere invece raggiunto dall’amore, dal nostro servizio di carità con il quale continuiamo il servizio di Gesù fino alla morte. Questo servizio di carità si rende con le opere apostoliche e sopratutto con la preghiera ed i nostri sacrifici piccoli o più grandi, perchè alla fine tutto è opera del Signore, Egli è il Signore della messe e da i frutti. Proprio quando preghiamo o facciamo un sacrificio, facciamo un atto di fede nel primato della grazia. Faciendo così, ogni atto di carità e anche il nostro dolore assume un significato profondo, quando lo viviamo con quella disposizione interiore del “per”, per gli altri. Si, oggi siamo chiamati a partecipare alle disposizioni interiori di Cristo ‘servitore’. Amen

Terug